Progetto Scienza Rotary 2060
Progetto Scienza: Le ricerche sulla fusione nucleare. Passato, presente e prospettive.
Il primo dei webinars 2022 – 2023 promossi dal Progetto Scienza Rotary 2060 è dedicato al tema di stringente attualità della fusione termonucleare, la fonte di energia del nostro Sole, possibile risposta sostenibile e potenzialmente inesauribile alle problematiche delle fonti energetiche e del controllo del cambiamento climatico di origine antropica.
Il webinar verrà tenuto su piattaforma ZOOM martedi 29 novembre 2022 con inizio alle ore 18 e sarà liberamente accessibile al link
https://us06web.zoom.us/j/89992779504
ID riunione: 899 9277 9504
Il relatore sarà il Prof. Paolo Bettini, esperto di livello internazionale, professore ordinario di Elettrotecnica presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova, dove insegna Elettrotecnica e Thermonuclear Fusion ed è Presidente del Corso di Studio della Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Energia Elettrica.
Il Prof. Bettini è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca Internazionale in “Fusion Science and Engineering”. Dal 2020 è direttore del “Centro Ricerche Fusione” dell’Università degli Studi di Padova. Dal 2021 è membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio RFX per l’energia da fusione costituito da Università di Padova, CNR, ENEA, INFN e Acciaierie Venete.
La sua attività di ricerca riguarda l’elettromagnetismo numerico ed applicato con particolare riferimento al settore della fusione termonucleare controllata a confinamento magnetico. È autore di oltre 150 lavori pubblicati su riviste internazionali, capitoli di libri e contributi a conferenze internazionali.
Il webinar sulla fusione nucleare tratterà il tema inquadrandolo nella fisica dei plasmi, un nuovo ramo della fisica di base declassificato dal segreto militare solo nel corso della Conferenza di Ginevra “Atoms for Peace” del 1958 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA).
L'idea di un progetto internazionale di collaborazione per sviluppare l'energia da fusione nucleare a scopi pacifici, nacque su proposta del segretario generale dell'ex Unione Sovietica Gorbaciov e del Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan nel vertice delle “superpotenze” di Ginevra del 1985. Un anno dopo, fu raggiunto un accordo fra Unione Europea (EURATOM), Giappone, Unione Sovietica e Stati Uniti per la progettazione di un reattore sperimentale, ITER, in grado di produrre una quantità di potenza da reazioni nucleari dieci volte superiore a quella necessaria al suo funzionamento. Negli anni successivi si unirono al progetto la Repubblica Popolare Cinese (2003), la Repubblica di Corea (2003) e l'India (2005).
ITER è attualmente in fase avanzata di costruzione nel sud della Francia. Se sarà un successo costituirà il primo passo verso la realizzazione di un prototipo di reattore commerciale in grado di sfruttare una fonte di energia priva di emissioni di anidride carbonica e potenzialmente inesauribile, che potrà contribuire a risolvere molti dei problemi con cui la nostra società globale deve confrontarsi, in primis quello dei cambiamenti climatici che affliggono l’ambiente, minacciano la sopravvivenza di migliaia di specie viventi e mettono a rischio la nostra stessa civiltà.
Un reattore a fusione è dunque oggi una proposta convincente dal punto di vista scientifico, tecnico, sociale ed economico? Come disse il fisico russo Lev Artsimovich nella Conferenza di Ginevra del 1958 “La fusione ci sarà quando la società ne avrà bisogno”, e cinquant'anni dopo la sua scomparsa è difficile immaginare una risposta migliore.
Giorgio Sedmak
Rotary Club Trieste
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