RELATORI: PIER GIORGIO DAZZAN RICORDA LA MEDAGLIA D'ORO A UN LIGNANESE

IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO FILATELICO LIGNANESE, HA RICORDATO UN EROE, IL CAPITANO PIERANTONIO GREGORUTTI 

20151113 DazzanLa nebbiosa serata di martedì 10 novembre 2015, ha visto convenuti presso la sede invernale del Rotary Club Lignano Sabbiadoro Tagliamento all’Hotel Bella Venezia di Latisana, gli aderenti al sodalizio in occasione della relazione su Pier Antonio Gregorutti, un nativo lignanese, eroe dalla Grande Guerra, della Prima Guerra Mondiale, decorato della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Relatore il presidente del Circolo Filatelico Numismatico Lignanese, di Lignano Sabbiadoro, Pier Giorgio Dazzan.

Il Presidente del C.F.N.L. ha introdotto il tema della serata con una breve presentazione storica del Circolo Filatelico Numismatico Lignanese fondato il 23 dicembre 1966 e da lui retto dal 1999. La passione per il collezionismo ha fatto sì che il Relatore non si limitasse alla filatelia, alla numismatica, ma nell’ultimo decennio divenisse il Collezionista ed un 20151115 Gregoruttiricercatore della Memoria lignanese. Nelle proprie ricerche nel web s’imbatté in un erinnofilo datato 1917 commemo- rativo di “A. Gregorutti da Latisana”, non era proprio di suo interesse, ma lo acquistò essendo nato anche lui a Latisana, l’erinnofilo fini nei meandri della collezione fintanto che il web non gli propose una minuscola immagine fotografica con la didascalia Pier Antonio Gregorutti, luogo di

nascita Lignano. Da allora le ricerche si susseguirono, un impegno continuo, che ha portato Pier Giorgio Dazzan in nome del Circolo Filatelico Numismatico Lignanese a far sì che a questo concittadino, dimenticato, o meglio, non conosciuto, fosse commemorato dalla sua città natale, Lignano, lo scorso 22 ottobre, con l’intitolazione di una strada pubblica, la porzione finale di Via Carso, la piazzetta, belvedere, dalla Caserma “Stella” della Guardia di Finanza, nel 1880 casa natale del Pier Antonio Gregorutti, al limite demaniale della spiaggia: Piazzetta capitano Pier Antonio Gregorutti. Qui a coronamento della commemorazione è stato innalzato un totem illustrativo con la storia del commemorato e la storia dell’antica Porto Lignano.

Pierantonio Gregorutti nacque a Lignano, Porto Lignano frazione di Latisana, il 13 febbraio 1880; fu il figlio primogenito di Antonio Natale Gregorutti e Pierina De Checco, primogenito di due figli e quattro figlie. Il padre, Antonio Natale Gregorutti, nacque a Fiume-Rijeka nel 1847, espatriò per assumere la cittadinanza italiana ed intraprendere la carriera militare nella Regia Guardia di Finanza, diventando, della stessa, comandante della caserma di Porto Lignano; la carriera militare lo porto a trasferirsi in varie località della penisola, la famiglia lo seguì e con essa il figlio Pierantonio, che a Venezia frequentò l’Istituto Tecnico Paolo Sarpi, diplomandosi perito meccanico costruttore, una via di mezzo tra il geometra ed il tecnico meccanico. Il 1° novembre 1898, a diciott’anni, Pier Antonio Gregorutti, si arruolò volontario Allievo Ufficiale presso il 54° Rgt. Fanteria della “Brigata Umbria”. Portato a termine il corso rinunciò alla nomina a Sottotenente di complemento ed attese di poter essere ammesso alla frequentazione dei corsi della Scuola Militare di Modena. Ammesso, frequenta l’Accademia Militare di Modena nel biennio 1902-1903, conseguendo la nomina a Sottotenente in servizio permanente. La carriera militare lo portò a Palmanova, in nord Africa per la guerra Italo-Turca, nuovamente ad Udine, a Venezia. Il 1° marzo 1915 fu destinato a Chioggia, al nuovo, costituito, 118° Reggimento di fanteria della “Brigata Padova, assumendo il comando della 5^ Compagnia.

Eravamo alle soglie di quella che oggi ricordiamo come la Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale. Gli interventisti ebbero la meglio e l’Italia si preparava a “versare” il suo contributo, umano e non solo; “furbe trattative” facevano in modo che il guadagnar tempo apportasse vantaggio all’organizzazione della nostra macchina bellica e la dichiarazione “che l’Italia si considerava in istato di guerra con l’Austria-Ungheria da domani” fu consegnata dall’ambasciatore d’Italia a Vienna al Ministro degli Esteri austroungarico in data 23 maggio 1915, quel “domani” che fu il 24 maggio 1915.

Il 118°, il Gregorutti, fu inviato al fronte, sull’altipiano carsico, nel settore del Monte Sei Busi, dove la 3^ Armata affrontava l’esercito Austro-ungarico. Il 24 settembre, a Polazzo nei pressi di Redipuglia, il Capitano Gregorutti fu ferito una prima volta, ad una gamba. Il 21 ottobre, il 118° Reggimento fu spostato nella zona di Monfalcone. Il 22 ottobre, nella “Terza battaglia dell’Isonzo”, il Reggimento del Cap. Gregorutti è in prima linea con il compito di attaccare la serie di difese nemiche ad est di Monfalcone, l’obbiettivo principale è la conquista del fronte nord-est di “Quota 85”.  Il Cap. Gregorutti al comando della 5^ Compagnia, conquista la Sella subendo forti perdite umane, riporta una ferita all’addome, ed anziché farsi portare al posto di medicazione, rimane al comando del reparto per incitare i soldati alla resistenza ad oltranza nella difesa delle postazioni raggiunte. Colpito una seconda volta da un colpo di fucile, alla fronte, resta ucciso. E’ il 22 ottobre 1915. La sera stessa “Quota 85”, faticosamente conquistata con la perdita di 18 ufficiali e 700 uomini della truppa, torna in mani nemiche.

Il Capitano Pierantonio Gregorutti, ad un anno dalla morte, fu insignito della Medaglia d’Oro al Valore Militare, alla memoria. L’ufficializzazione del conferimento avvenne con la pubblicazione della disposizione nel Bollettino Ufficiale il 1° ottobre 1916.

Il Capitano Gregorutti sposò nel 1913, a Udine, Elisa Dorta, dalla quale ebbe, nel 1914, il primogenito, chiamato Antonio, divenne medico, esercitò a Latisana fino a non molti anni or sono. E’ deceduto.

Il secondogenito, chiamato Pier Antonio, nacque a Taglio di Mira nel gennaio 1916, intraprese la carriera militare, morì sul fronte greco-albanese nel 1946, fu decorato Medaglia d’Argento alla memoria.

Al termine della relazione biografica del Pierantonio Gregorutti il relatore, dopo aver distribuito ai presenti il folder commemoratiivo del Capitano, obliterato con lo speciale annullo filatelico di Poste Italiane dedicato al Gregorutti, ha risposto alle domande dei presenti su temi della Grande Guerra ricordando che il primo atto bellico, di questa, avvenne a poche miglia marine da Lignano, baluardo dell’italianità al confine con l’Austria-Ungheria. Fu l’attacco italiano alla postazione austro-ungarica di Porto Buso. Alle ore “zero-tre” della notte del 24 maggio, tre ore dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Arturo Ciano al comando del cacciatorpediniere “Zeffiro” lancia il primo siluro che non esplose, ma non così 169 bombe, bombarda la postazione di frontiera, affondando natanti e prendendo prigioniera la guarnigione austriaca che sarà trasferita a Venezia, dove i veneziani, portatisi sulle rive per vedere il nemico, rimangono perplessi nel sentirlo parlare italiano e un dialetto simile al loro veneto.  Che nemico era se parlava la stessa lingua? La guerra, nella nostra regione, fu una guerra fratricida. Il relatore ha ricordato il ruolo avuto dalle donne friulane nella guerra, gli uomini al fronte e loro a coltivare i campi, governare il bestiame, allevare e sfamare i figli, una guerra nella guerra. Si sono ricordati “I quattro alpini fucilati a Cercivento nel 1916” e l’istanza per la loro riabilitazione. La serata culturale si è conclusa con l’esposizione del tema che ad oggi non ha ancora trovato riposta, la rivendicazione della paternità dell’aggettivo che negl’anni è andato ad essere parte integrante del nome della nostra località: “Sabbiadoro”. Chi ne assegna la paternità al giornalista Mauro Maurizi, chi tira in ballo il Gabriele D'Annunzio, ma la documentazione manca. Il relatore non riesce a dare una paternità certa all’appellativo, cita, però, una fonte presente nei suoi archivi, la copia di un articolo del giornalista Vittore Querel, che sulla Gazzetta di Venezia, decantando Lignano, scrive: “… i cartelloni rossi agli incroci dei lunghi viali ci hanno annunciato come “la spiaggia d’oro” …” E’ il 1931, una fonte, questa scritta, antecedente a quelle oggi conosciute e proposte, ma sarà quella giusta.

Una relazione intensa ed appassionata che ha aperto una interessante serie di domande e di approfondimenti su una pagina di storia insufficientemente conosciuta.