CLUB: VISITA AL CASTELLO DI CORDOVADO
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- Pubblicato Lunedì, 20 Maggio 2019 00:00
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UNA GRAN BELLA GIORNATA NELLA STORIA MEDIOEVALE DI UNO DEI "Borghi più belli d'Italia"

Tra le attività del R.C. di Lignano previste per l’anno 2018-2019 la Commissione Cultura aveva programmato una visita guidata ad un castello medievale friulano e il presidente della stessa Luigi Tomat aveva dato disponibilità per tale organizzazione. La scelta è caduta sul borgo medievale di Cordovado, per una serie di considerazioni: inserimento del luogo nel club “Borghi più belli d’Italia”, iscrizione dei proprietari castellani al “Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia” ed all’Associazione dei “Grandi Giardini d’Italia” (unico socio in regione), accoglienza turistica collaudata e disponibilità di servizi (bar, ristorante, punto vendita). La visita, preparata da fine febbraio nei dettagli, ha avuto luogo sabato 4 maggio, in una giornata di maltempo e pioggia su tutto il Friuli. Cordovado però è stata fortunata e gli ombrelli sono rientrati in casa del tutto asciutti. Il numero dei partecipanti è stato da record: 36 persone presenti, di cui 34 al pranzo conclusivo, con puntualità svizzera all’orario stabilito.
Prima tappa della visita (guida storica Luigi Tomat)
Passeggiata esterna alle mura, con sosta alle due torri portaie, torretta d’angolo, mura e fosse, da dove il relatore ha intrattenuto i presenti sulla storia del luogo, iniziando dal castelliere preistorico, continuando con l’insediamento dei Veneti, le incursioni dei Galli Carnici, respinte dall’arrivo nel territorio dei Romani, i quali fondarono Aquileia nel 181 a.C. e successivamente Julia Concordia (l’attuale Concordia Sagittaria). Gli stessi operarono una grandiosa bonifica ambientale e realizzarono la centuriazione dei terreni, assegnati ai legionari congedati dal servizio militare. Da ricerche svolte dallo stesso Tomat l’area di Cordovado venne interessata da 15 centurie divisionali (750 ettari), assegnate a 60 famiglie con popolazione stimata di 300/400 persone dedite all’agricoltura ed ai servizi collegati. L’area dell’attuale borgo castellano a quel tempo era ubicata alla sinistra del ramo maggiore del Tagliamento, mentre quello minore, biforcandosi nei pressi di San Vito al Tagliamento, seguiva l’attuale corso (riferimento Plinio il Vecchio, geografo e scienziato romano). Nell’Alto Medioevo il ramo maggiore, a causa di sconvolgimenti naturali, si ostruì interrandosi e il fiume seguì l’altro ramo, abbandonando il territorio di Cordovado. Durante il periodo romano Cordovado sorse come guado sul Tagliamento a favore della Via Augusta, che da Concordia portava al Norico; etimologicamente Cordovado deriva dalla denominazione latina “Curtis Vadi” (Corte del guado, cioè insediamento a controllo di una via logisticamente strategica). Molto probabilmente l’area castellana sorse su un accampamento militare romano con le due vie interne che si incrociavano: il cardo (la più corta) ed il decumano (la più lunga), ancor oggi facilmente individuabili sul terreno. Dopo i Romani giunsero i Longobardi di Alboino, sottomessi poi dai Franchi, chiamati dal Papato. Nel 1186 (o 1187) Cordovado viene citata per la prima volta in una bolla papale come “Villa” (centro abitato) assegnato al Vescovado di Concordia , mentre nel 1276 compare come “castrum” (luogo fortificato – castello). La piazzaforte vescovile venne eretta a gastaldia, quale fortezza più importante del Vescovado, nell’ambito giurisdizionale del Patriarcato di Aquileia, sorto il 3 aprile 1077 per concessione dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV (una specie di stato federato al S.R.I.).
Si entra cosi nel focus della Cordovado medievale, strettamente legata al Vescovado di Concordia e per esso al Patriarcato. Il borgo fortificato godeva allora di una notevole influenza per la sua posizione strategica e per la fortezza militare, ottimamente attrezzata a difesa dell’area. Il suo castello, oltre a scaramucce di minore importanza, è stato interessato da tre rilevanti assedi, ricordati da Tomat. Nel 1387 Rodolfo Rodolfi gastaldo-capitano del castello durante la guerra del Friuli, respinge valorosamente cinque violenti assalti dei Carraresi, armati anche di bombarde, e alla fine questi abbandonano l’assedio. Nel 1412-1413 nella guerra tra Venezia ed il Regno di Ungheria i bellicosi Ungheresi conquistano il maniero, i Veneziani lo riprendono subito dopo e infine gli Ungari, ritornati con forze preponderanti, lo riconquistano definitivamente. Nel 1418 Venezia conquista e si annette il Patriarcato di Aquileia; anche il castello di Cordovado viene espugnato e dato alle fiamme dai Veneziani di Tristano Savorgnan, condottiero friulano al soldo della Serenissima. Qui Tomat conclude la storia del castello di Cordovado dalle sue origini all’annessione alla Repubblica di Venezia, con la considerazione finale che il secolo più fulgido di esso risulta essere stato il XIV, giustificando l’appellativo consolidato di borgo medievale. La rapida relazione storica è stata documentata con distribuzione di copie planimetriche della situazione attuale del borgo e della sua ricostruzione storica nel periodo medievale.
Seconda tappa della visita (guida Contessa Benedetta Piccolomini)
La Contessa Benedetta Piccolomini ha poi guidato il gruppo nel vasto parco ottocentesco, ideato e realizzato dal Conte Sigismondo Freschi nel periodo 1810 – 1820, con i suoi romantici vialetti e sentieri, con collinette alberate all’inglese e con montagnola centrale. Ci si è poi trasferiti al meraviglioso labirinto di rose damascene, originarie del Medio Oriente, disegnato e realizzato nel 2015 da Benedetta Piccolomini (collaborata nel progetto da un’amica architetto), previo acquisto di duemila talee in Bulgaria, dove le rose vengono coltivate per estrarne il prezioso e costoso olio essenziale. Ogni talea è stata piantata e trattata secondo metodi biologici e biodinamici; i rami vengono intrecciati per formare lunghe, ordinate ed impenetrabili siepi, disposte in sette cerchi concentrici, in modo da realizzare un labirinto a forma di sole. L’insieme dei vialetti così creati misura oltre tre chilometri, limitati dalle siepi di rose di colore rosa-lilla, la cui rigogliosa fioritura avviene solo nel mese di maggio. La loro bellezza inserita nello schema geometrico e circolare, creato ad arte, genera un effetto etereo, suggestivo e mistico, tale da far ritrovare, passeggiando in mezzo al labirinto, armonia ed energia. Questo “sancta sanctorum” floreale, gestito e curato dalla stessa Benedetta Piccolomini, risulta attualmente meta di frequenti visite di appassionati, vivaisti, paesaggisti ed artisti, giustamente spinti da curiosità professionale ed estetica.
Terza tappa della visita (guida Conte Piero Piccolomini)
La parte finale dell’itinerario storico – ambientale alla scoperta del castello è stata guidata dal Conte Piero Piccolomini, il quale ha illustrato, da esperto castellano residente, gli edifici storici principali all’interno della proprietà Freschi – Piccolomini.
Chiesetta di San Giacomo. Risale (circa) al 1357, ed è incorporata alla preesistente Torre Nord. All’interno presenta affreschi coevi alla sua costruzione, eretta sul luogo dove probabilmente esisteva già un oratorio. È una cappella gentilizia consacrata, di proprietà degli attuali castellani.
Palazzo Freschi – Piccolomini. Grande Villa Veneta a tre piani, che domina la scena all’interno della ridotta castellana, un tempo cinta anch’essa da mura con relativa fossa e con ponte levatoio situato dove ora vi è la scalinata di accesso al Palazzo suddetto. Esso venne costruito ai primi del ‘700 dai Conti Attimis, e da questi trasmesso per via matrimoniale ai Conti Freschi, adattando e sistemando edifici già esistenti. Il pianterreno visitabile è costituito da un imponente salone centrale, da cui si accede a varie sale laterali. Di particolare importanza la sala della musica, voluta dal Conte Antonio Freschi (1838 – 1916), virtuoso violinista e compositore di musica da camera, ai suoi tempi molto noto negli ambienti musicali europei. Nella sala biblioteca spicca la collezione dell’“Amico del contadino”, periodico fondato e gestito dal Conte Gherardo Freschi, agronomo innovatore e, tra l’altro, dopo l’unità d’Italia primo sindaco di Cordovado. Le altre sale risultano interessanti per le tele e l’arredamento d’epoca molto curato e raffinato; nel salone centrale spicca un enorme albero genealogico del casato Piccolomini, che annovera la presenza di due papi: Pio II e Pio III.
A visita conclusa la presidente del club Marta Acco, affiancata da Tomat, ha ringraziato sentitamente i Conti Benedetta e Piero Piccolomini per la competente ed esauriente illustrazione del borgo medievale, omaggiandoli con due libri di autori rotariani sulla Grande Guerra, con simbolico accostamento del castello di Cordovado, che nel Medioevo subì distruzioni, incendi e morti a difesa del territorio, al Friuli e all’Italia, che nello scorso secolo sopportarono le nefaste conseguenze di due conflitti mondiali distruttivi e tragicamente luttuosi.
Infine i benandanti rotariani hanno degnamente concluso la istruttiva “full immersion medievale” nel vicino cinquecentesco palazzo Agricola con il pranzo sociale consumato in una sala d’epoca, cortesemente messa a disposizione dai proprietari Piccolomini. Appropriato menù proposto da Pia, ottima realizzazione culinaria del gestore Hamid, servizio impeccabile e rispettoso dei tempi rotariani. Dopo la consegna del guidoncino Rotary al gestore per la squisita ospitalità, Tomat ha ringraziato i soci per la presenza al “fuori porta culturale” ed ha proposto come extra programma una rapida visita al Santuario della Madonna, ricevendo numerose adesioni per questo gioiello del barocco veneziano.
Conclusione lapidaria, ma sincera: “Una gran bella giornata”. Arrivederci a presto!
L.T.
