RELATORI: “L’ULTIMA ESTATE DEL TENENTE RODOLFO ROSSETTIi”

GIANPAOLO ZANGRANDO RIEVOCA IL SACRIFICIO DI UN ALPINO LATISANESE NELLA GRANDE GUERRA

20150721 GianpaoloZangrandoUna interessante serata dedicata alla presentazione fatta dall’autore, il dott. Gianpaolo Zangrando, di un libro che narra la vicenda militare ed umana del tenente Rodolfo Rossetti di Latisana, in forza al 7° Reggimento Alpini, caduto nell'undicesima battaglia dell'Isonzo presso Mesnjak il 21 agosto del 1917 all'età di 22 anni. Alla sua memoria è stata allora conferita la Medaglia d'Argento al valor militare.
Il fitto carteggio epistolare tra Rodolfo Rossetti e la madre, formato da lettere e cartoline militari spedite nei due anni e mezzo di guerra, hanno consentito di ricostruire completamente tutte le vicende belliche in cui il protagonista è stato coinvolto. La guerra in alta quota sul fronte delle Tofane e del Lagazuoi, tra i disagi del freddo invernale e delle valanghe, le esplosioni delle mine, gli assalti alle posizioni del Castelletto, del Masarè, di Fontananegra, ripercorrendo le vicende belliche della migliore tradizione alpina. Infine la sanguinosa battaglia per la conquista dell'altopiano della Bainsizza (undicesima battaglia dell'Isonzo) ove i reparti alpini sono sacrificati in

sanguinosi quanto infruttuosi assalti alle munitissime difese nemiche. Rodolfo Rossetti partecipa all'ultima battaglia con la consapevolezza di non poter scampare al suo triste destino: scrive un accorato biglietto d'addio alla famiglia, quasi un testamento spirituale prima d'iniziare l'avanzata:
"Carissimi, sono forse le ultime due righe che vi scrivo. Parto per un'avanzata non molto allegra, dalla quale è difficile possa scampare. Farò il mio dovere di soldato. Per tutti voi il mio ultimo e affettuoso saluto. Invoco la vostra benedizione. Vi bacio con tenerezza. Rodolfo".
Le lettere tra Rodolfo e la madre, unite poi alle tante missive pervenute alla famiglia da colleghi e superiori dopo il tragico evento, mettono in risalto la personalità dei protagonisti, il lento deterioramento psicologico che porta dall'entusiasmo iniziale all'intuizione della fine.
La vicenda si chiude nel 1921 con il recupero della salma di Rodolfo in uno sperduto cimitero militare della Bainsizza e la traslazione della tomba di famiglia a Latisana.
La lettura delle lettere mette infine in risalto le figure di contorno dei colleghi ufficiali e dei soldati, lasciando intravvedere i grandi sentimenti di amicizia e di cameratismo che nascono dalla condivisione della sofferenza e del pericolo. Rivelano inoltre l'immagine di una famiglia borghese e della provincia rurale friulana durante la Grande Guerra.